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Intervento a Genova di Luana Rigolli, fotografa autrice della mostra “L’Isola degli Arrusi”

Venerdì 26 gennaio sarà a Genova la fotografa Luana Rigolli in occasione dell’evento OMOCAUSTO: La deflagrazione nazi-fascista nel contesto LGBT presso la Libreria Feltrinelli di Genova (ore 18:00, via Ceccardi 18/24R).

Nata a Piacenza nel 1983 (vive a Roma) ha studiato Ingegneria Civile, ma poi ha scoperto che la sua strada è raccontare il mondo che la circonda e non modificarlo con un lavoro di ingegneria.
Così è partita fotografando storie con una particolare attenzione alla ricerca storica e all’interazione fra persona e paesaggio.

È una delle fondatrici del “Dieci x Dieci Contemporary Photography Festival” che si è tenuto a Gonzaga (MN) nel 2015. Nel 2017 ha studiato fotogiornalismo presso la Fondazione Studio Marangoni a Firenze con il Collettivo Terraproject.

Nel 2020 ha avviato un progetto fotografico editoriale ed espositivo dal titolo L’isola degli Arrusi che è stato presentato in varie città: da Catania e Roma, Reggio Emilia e Bologna, a Montréal e La Malbaie in Canada, vincitore del Premio Max Spreafico nel Circuito OFF del Festival Fotografia Europea 2023, esposto in Puglia in occasione dell’edizione 2023 di Vicoli Corti_Cinema di Periferia a Massafra (TA).

Si tratta dei risultati di una ricerca che è consistita nel riprodurre le schede biografiche, i documenti riguardanti l’arresto, le visite mediche e le suppliche degli uomini confinati nell’isola di San Domino in quanto omosessuali.
I documenti originali sono conservati presso l’Archivio Centrale della Stato a Roma nel fondo Confino Comune.
Grazie a questa mostra sono stati portati alla luce i veri volti di quelle persone.
La mostra inoltre ricostruisce fotograficamente i luoghi in cui gli arrusi si incontravano a Catania prima di essere arrestati e quindi i luoghi del confino sull’isola di San Domino.

Nei primi due mesi del 1939 quarantacinque omosessuali di Catania e di alcuni paesi della sua provincia furono arrestati e mandati al confino all’isola di San Domino, nell’arcipelago delle Isole Tremiti. In tutta Italia sotto il Fascismo furono arrestati e mandati al confino centinaia di uomini la cui unica colpa era quella di essere omosessuali.
Tra tutte le province italiane, quella di Catania spiccò per la quantità di arresti: il Questore Alfonso Molina si mostrò infatti particolarmente scrupoloso nella sua “caccia” agli omosessuali.

I 45 catanesi erano uomini tra i 18 e i 50 anni, arrestati con l’accusa di “pederastia passiva”, sottoposti a visite mediche che ne attestassero la colpevolezza e mandati al confino insieme ad un’altra cinquantina di omosessuali provenienti dal resto d’Italia. Il confino che sarebbe dovuto durare 5 anni, con l’accusa di reati contro il buon costume e l’integrità della razza.

Gli omosessuali di Catania venivano chiamati in città arrusi, o jarrusi. Negli anni ’30 la parola arruso stava ad indicare l’uomo omosessuale che in genere nel rapporto assumeva il ruolo passivo. E solo i passivi vennero arrestati, mentre chi nei rapporti omosessuali assumeva il ruolo attivo non subì alcuna persecuzione in quanto veniva considerato un maschio.

Nell’isola di San Domino rimasero confinati fino al 7 giugno 1940, quando partirono per far ritorno nelle loro città: con l’inizio della guerra le strutture di San Domino si rendevano necessarie al regime per il confino degli oppositori politici, considerati più pericolosi degli omosessuali che invece videro la loro pena commutata in un biennio di ammonizione.

La mostra “L’Isola degli Arrusi” di Luana Rigolli sarà allestita all’interno dell’esposizione SAVONA PRIDE | Una Comunità in Mostra presso la Fortezza del Priamar con inaugurazione il 6 aprile 2024.

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