Bullismo omofobico delle scuole genovesi nell’indagine di Arcigay (2014-2016)

Scuola

Scattare una fotografia capace di inquadrare la situazione del bullismo e delle discriminazioni sul territorio genovese. Questo è stato il proposito principale del progetto curato da Arcigay Genova e da Il Cerchio delle Relazioni durante il triennio 2014-2016 nelle scuole e tra i giovani genovesi. Il titolo “Includere le differenze. Ampliare le possibilità” racchiude il messaggio principale del progetto che le due associazioni hanno realizzato sul territorio, grazie ad un finanziamento di Regione Liguria.

Tra gli scopi principali della ricerca, quello di indagare la discriminazione nei suoi aspetti generali e le sue motivazioni, quali sono le azioni che i giovani identificano come “discriminatorie” o “violente” per poi procedere ad un approfondimento sul tema dell’omofobia e degli atteggiamenti e comportamenti omofobi. Per la nostra regione è stato il primo vero e proprio studio sulla situazione effettiva del bullismo omofobico, non è stato possibile infatti rintracciare ricerche precedenti che abbiano inquadrato il problema.

Includere le differenze, ampliare le possibilità

I volontari e i formatori che hanno realizzato il progetto si sono mossi su diversi fronti e con interventi, modalità e metodi differenti capaci di adattarsi alle necessità degli istituti scolastici coinvolti.

Particolare attenzione è stata posta sulla funzione centrale che gli insegnanti hanno nella relazione coi giovani e per questo si sono tenuti incontri di formazione per sviluppare le loro competenze sul tema e sulla prevenzione di discriminazioni e atti di bullismo. Si è voluto così tentare di costruire nuclei di insegnanti esperti, che possano riconoscere, segnalare e mettere in rete i bisogni dei giovani attivando le risorse presenti sul territorio, quali associazioni e attività pubbliche, e metterli in contatto qualora si evidenzino criticità o situazione di “emergenza” ma anche e soprattutto per potenziare capacità, stili e competenze per il futuro.

Le difficoltà

Per quanto riguarda l’incontro e l’accesso negli istituti scolastici le difficoltà maggiori si sono riscontrate in relazione al fiorire, in quel periodo, dei gruppi di oppositori della cosiddetta “teoria del gender”.

Cogliamo l’occasione per ricordare come già nel 2015 questi gruppi hanno avuto un riscontro formale da parte del Ministero dell’Istruzione, indicazioni che si sono poi tradotte nelle “Linee Guida per l’Educazione al Rispetto” pubblicate nell’ottobre 2017 e con il “Protocollo d’Intesa” tra MIUR, Arcigay e GayCenter del marzo del 2018.

Talvolta il rifiuto o gli ostacoli posti dalla dirigenza scolastica non hanno permesso di raggiungere altre componenti scolastiche che avrebbero potuto aderire all’offerta formativa del progetto. In altri casi gli insegnanti non hanno dato la loro disponibilità a partecipare alla formazione diretta a loro per motivi di impegno o contratto (la formazione sarebbe stata svolta e frequentata gratuitamente, fuori dall’orario di lavoro). Infine, rispetto alla formazione degli studenti, la motivazione prevalente è stata di preoccupazione dei Dirigenti o degli insegnanti rispetto alle potenziali reazioni dei genitori, soprattutto in caso di minorenni; in alcune scuole è stata percorsa la soluzione di svolgere gli incontri solo nelle classi quinte.

Per dare un’idea della differenza tra risultato atteso e realizzazione effettiva del progetto si pensi che sono stati contattati 42 dirigenti scolastici o professori di scuole secondarie superiori e solo 5 scuole hanno aderito all’iniziativa; dove si potevano potenzialmente raggiungere 1300 studenti e 120 insegnanti abbiamo raggiunto 361 studenti e 38 insegnanti.

Gli interventi

Sono stati raccolti dati attraverso la somministrazione di un questionario che ha raggiunto 361 studenti e studentesse delle scuole liguri. Inoltre in tre di questi istituti è stato realizzato un percorso di quattro incontri da tre ore circa in cui si sono sviluppati i temi centrali del progetto: da identità di genere a orientamento sessuale, a omofobia, sino a pregiudizio e discriminazione. Particolare attenzione, su richiesta di un istituto, è stata posta al cyberbullismo.

Gli incontri hanno avuto un approccio educativo di tipo “non formale”, un apprendimento sul campo caratterizzato da una relazione “orizzontale” o “alla pari” tra educatori (conduttori) e discenti (ragazzi). Nel relazionarsi coi giovani, e in generale durante una ricerca, è sempre importante capire chi si va a incontrare e da chi si raccoglie dati. Una parte del questionario è stata impostata in modo da capire quali sono state, precedentemente, le fonti di informazione dei giovani, in particolare su temi come l’identità di genere e l’orientamento sessuale. La fonte principale da cui i giovani traggono informazioni sono gli amici e il gruppo dei pari, insieme a web e televisione e, seppur in una posizione minore, gli adulti.

Tenendo presente questo si è sempre sottolineata l’importanza di fornire informazioni precise, chiare e competenti per supplire a quelle nozioni acquisite tramite canali più dispersivi e non sempre precisi come televisione e internet. Queste informazioni non vanno fornite solo in modo formale o tramite una formazione frontale, e il gruppo di formatori che ha tenuto gli incontri nelle scuole ha potuto, proprio perché adeguatamente formato, comunicare attraverso metodi informali, sfruttando la comunicazione e la formazione peer to peer (tra pari) utilizzando supporti multimediali, fornendo testimonianze dirette, gestendo gruppi e attività di simulazione, così da rendere la formazione e l’acquisizione di nozioni e competenze il più efficace possibile.

I dati raccolti

Prima di analizzare in sintesi i dati raccolti può aiutare inquadrare meglio chi sono stati i rispondenti al questionario: giovani tra i 14 e i 20 anni, di cui più del 63% di genere femminile e tra il 10 e 15% giovani con cittadinanza non italiana. Il contributo multietnico all’analisi delle discriminazioni non può sicuramente essere considerato secondario.

Questionario bullismo 1 - Anagrafica dei rispondenti

Anagrafica dei rispondenti

Il bullismo

Per quanto riguarda le modalità e la diffusione del bullismo è possibile identificare tre grandi categorie: bullismo subìto, compiuto e assistito, e quindi analizzarne le motivazioni e le tipologie.

Più della metà degli intervistati (53%) indica di aver assistito a episodi di bullismo, principalmente attraverso violenza verbale, scritta o fisica e secondariamente di tipo informatico. Da sottolineare che non sono mancate testimonianze di violenza sessuale sia in occasione di bullismo assistito che bullismo subìto. Le motivazioni principali riportate da chi ha assistito episodi di bullismo sono l’orientamento sessuale (23%) le caratteristiche fisiche (22%) e l’etnia o la provenienza geografica (18%).

Per quanto riguarda le altre categorie troviamo un 28% di giovani che hanno subìto episodi di violenza a causa di caratteristiche fisiche, etnia e orientamento sessuale, e il 15% riferisce attraverso il questionario di aver agito azioni di bullismo. In questi ultimi casi il 17% di chi agisce bullismo lo fa sulla base di abilità o disabilità fisiche del bersaglio della violenza, ma bisogna sottolineare come tra le possibili risposte aggiuntive da poter fornire alle cause scatenanti di episodi discriminatori è stato inserito più volte un “non motivo” scatenante, ovvero la difficoltà a individuare la causa dell’atto violento: emergono ad esempio alcune risposte come “Nessun motivo particolare. Era stata presa di mira”, “motivi futili, cose per cui la violenza non dovrebbe essere nemmeno nominata” o “antipatia, gelosia e invidia”.

Analizzando i dati emerge come la maggior parte degli episodi di bullismo agito e subìto sia tra i giovani minorenni (70%), mentre solo il 10-15% tra 18-25enni. Non solo: non è un dato inaspettato rilevare come chi agisce bullismo lo fa prevalentemente in un contesto di gruppo (53% dei casi). Questo può essere messo in relazione a quella maggioranza di giovani che riferisce un episodio subito mentre era da solo (89%).

Un dato tra gli altri evidenzia come le ragazze intervengano in maniera più esplicita in un episodio di bullismo in difesa di chi subisce violenza rispetto ai ragazzi tra cui è più alta la quota di persone che preferisce non coinvolgersi.

Questionario bullismo 2 - Diffusione e modalità del bullismo

Diffusione e modalità del bullismo

Discriminazione

Capire quale percezione hanno i giovani sulla discriminazione è stato uno dei propositi dello studio, grazie al quale è stato possibile individuare alcune linee guida a riguardo.

Gli studenti avvertono come discriminante lo stereotipo e le opinioni negative anche quando queste non si traducono in comportamenti violenti. È noto come l’appartenenza a uno o più gruppi sia fondamentale per i giovani: il gruppo di amici, la classe, la squadra, il gruppo etnico. È quindi una conferma rilevare che l’esclusione dal gruppo e l’emarginazione hanno una valenza estremamente importante tra gli adolescenti e vengono avvertiti come discriminanti.

Tra i bersagli principali di discriminazione troviamo le persone LGBT e gli stranieri, ancora discriminati in base al colore della pelle. Ragionando su questi dati bisogna focalizzare l’attenzione su quella che viene definita “discriminazione multipla”. Pensiamo in questo caso a una persona straniera LGBT: la discriminazione che deve affrontare potrebbe essere di diverso tipo e dove le due motivazioni discriminanti, la provenienza geografica e, per esempio, l’omosessualità, si “sommano”. Per questo motivo è estremamente importante formare giovani e meno giovani non solo alla tolleranza dell’altro, ma all’inclusione di tutte le differenze in modo da evitare o quanto meno ridurre le discriminazioni e gli atti di bullismo.

Questionario bullismo 3 - Percezione delle discriminazioni

Percezione delle discriminazioni

Insegnanti e studenti: realtà a confronto

Alcune tematiche trattate sia negli incontri di formazione sia analizzate tramite la raccolta dati del questionario hanno permesso di analizzare la diversa percezione di studenti e insegnanti. In particolare, proprio ricordando il periodo in cui è stato sviluppato lo studio e l’intervento sul territorio, si è voluto analizzare la percezione degli intervistati riguardo le discriminazioni di stampo omofobico, l’omogenitorialità e il matrimonio egualitario. I dati raccolti da studenti e insegnanti sono poi stati affiancati e ne è emersa, anche a livello grafico, una discrepanza che evidenzia come lo sguardo dei giovani studenti sia generalmente più accogliente e aperto al nuovo.

Poco sopra però sottolineavamo l’importanza della figura di persone adulte e di insegnanti nella formazione dei giovani. Se quindi c’è una discrepanza tra le visioni di giovani e adulti dobbiamo sempre tenere conto dell’importante relazione educativa tra loro, fornendo e motivando sempre incontri e formazioni integrate a entrambe le realtà in modo da accrescere competenze e conoscenze e lavorando per la costruzione di ambienti sempre più consapevoli e accoglienti.

Questionario bullismo 4 - Studenti e professori a confronto

Studenti e professori a confronto

Conclusione

La differente visione di adulti e giovani ci lascia intuire come sia in corso già dagli anni passati, un mutamento culturale e generazionale. Proprio per questo bisogna considerare la ricerca effettuata come immagine di una realtà giovane oramai molto mutata.

Un’indagine quindi che già possiamo considerare “vecchia” seppur assolutamente valida: da un lato fornisce un quadro conoscitivo dal quale imparare e in base al quale muoverci e progettare, ma d’altro canto, una fotografia che tende a ingiallire proprio per il cambiamento storico degli ultimi due anni (dall’approvazione della legge sulle unioni civili) che potrebbe aver portato a un miglioramento sotto molti aspetti, ma potrebbe anche generare maggiori criticità su altri, come ad esempio polarizzando maggiormente alcune posizioni e situazioni.

Proprio sulla scia di questo cambiamento siamo ancora e nuovamente motivati nel progettare e realizzare interventi come quello presentato, in modo che contribuiscano a ridurre le resistenze e gli ostacoli che le persone LGBTI+ incontrano, ma, molto più, che i giovani tutti incontrano a causa di discriminazioni e atti di violenza.

Davvero progetti che si propongono di Includere le Differenze possono rendere capaci di Ampliare le Possibilità: di conoscenza, di confronto e condivisione reciproca e di convivenza civile.

Materiali

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