A Fez in Marocco il 29 giugno 2015, alle ore 2:30 circa di notte, un numeroso gruppo di persone ha quasi ucciso una trans riconosciuta come omosessuale.
Mentre stava salendo su un taxi, un passante le ha rivolto la parola e dopo aver sentito una voce maschile ha iniziato ad urlare che era gay.
Improvvisamente un numeroso gruppo di persone le si è fatto attorno e ha cercato di proteggersi entrando nel taxi. Dopo averla fatta uscire dall’abitacolo, hanno iniziato a picchiarla; ha provato più volte inutilmente ad allontanarsi, ma la folla continuava a seguirla e picchiarla.
Solo grazie all’intervento della polizia l’aggressione è stata interrotta e lei è stata portata via dall’auto.
Il video è reso sconcertante dall’entusiasmo con cui la trans viene percossa.
L’articolo 489 del codice penale del Marocco (1962) prevede una condanna fino ai 3 anni di carcere a chi commette “Atti contro natura”, ovvero atti omosessuali. la legge è poco applicata e l’attività omosessuale è comune; intanto il Ministro della Salute sta cercando di depenalizzare l’omosessualità riportando sotto i riflettori il tema dei diritti e della parità.
In Italia, martedì 30 giugno un trentottenne di Polignano (Puglia) è stato assalito da due ragazzi: al grido “ricchione di merda” lo hanno selvaggiamente picchiato, sfogandosi anche sulla commessa del negozio in cui la vittima si era rifugiata e su un anziano cliente che avevano preso le difese del ragazzo.
Il sindaco di Polignano, Domenico Vito, ha dichiarato “Vedere due persone che si picchiano è spiacevole, vedere due persone che picchiano un ragazzo indifeso è atroce. Se fosse confermata la matrice omofobia dell’aggressione la situazione sarebbe ancora più agghiacciante e intollerabile. Omofobia e viltà vanno a braccetto e Polignano proprio non ci sta. Non ci sta alle aggressioni verbali, non ci sta all’omofobia”.
Due episodi simili, con esiti sociali opposti.
Viviamo in un paese che non ha ancora completato il cammino del riconoscimento dei diritti civili, ma in molti paesi le condizione delle persone LGBT sono decisamente peggiori delle nostre. Su queste riflessioni è nato il servizio per migranti LGBT di Arcigay Genova, consapevoli che l’accoglienza verso trans e omosessuali perseguitati è al momento l’unica soluzione che noi possiamo attuare.
Fonti:
www.kifache.tv
www.goud.ma
telquel.ma
www.gaystarnews.com
www.pinknews.co.uk
www.news24.com