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Il Fan Club italiano di Conchita Wurst e la lotta per i diritti civili

Conchita Wurst è il nome d’arte di Thomas Neuwirth, un ragazzo ventiseienne austriaco che ha deciso di esibirsi come drag queen barbuta. Ha fatto molto parlare di sé da quando il 10 maggio 2014 ha vinto l’Eurovision Song Contest, mentre in Italia, la sera dell’11 febbraio, salirà sul palco del Festival di Sanremo.
Sappiamo tutti come il Festival, attraverso lo spettacolo e la musica, sia un interessantissimo specchio del modo di pensare e di vedere degli italiani e la presenza sul palco di un ragazzo che così tranquillamente indossa abiti femminili ci fa pensare che finalmente in questo paese si stia muovendo qualcosa.

Non si può dire che non ci siano state polemiche. Secondo askanews.it alcuni movimenti cattolici hanno definito “vergognosa” la sua partecipazione al festival o l’hanno giudicata un ospite di “dubbia qualità”. Il suo personaggio vediamo in effetti che suscita dibattito; basti sapere che il singolo con cui ha vinto l’Eurovision 2014 è stato censurato in Russia.
Lasciamo al pubblico giudicare la sua esibizione, mentre a noi intanto fa piacere sentire cosa ha da dire Serena, una donna sposata e con un bambino, che ha deciso di impegnarsi nel campo dei diritti civili supportando Conchita Wurst; lo ha fatto costruendo la pagina Facebook del Fan Club Conchitaly e diffondendo notizie sul suo lavoro e sulla sua ormai prossima esibizione.

Come hai deciso di fondare il Fan Club Conchitaly e di coniugarlo alla lotta per i diritti civili?
La mia attenzione per il mondo LGBT è nata con un’amicizia. Quattro anni fa infatti ho conosciuto un ragazzo di origine albanese immigrato in Italia: una vita complicata e una identità di genere in costruzione. Attraverso questa amicizia ho studiato e cercato di capire l’identità e gli stereotipi di genere e proprio nel periodo in cui facevo queste riflessioni, sono stata con il mio amico al Pride Village di Padova. Là abbiamo visto Conchita, che subito ci ha conquistati: sembrava la risposta a tutti i nuovi interrogativi e sembrava finalmente un riferimento positivo.
Conchita riesce ad essere donna senza rinunciare alla sua parte maschile. L’identità di genere è una cosa complessa, ma Conchita dà una risposta serena e lineare. Non si presenta come un modello, ma come una drag queen; per me quindi è un personaggio di grande positività e onestà e come tale può essere d’aiuto a molti adolescenti.

E il Fan Club?
Siamo partiti da tutto questo e ora siamo un piccolo staff che trova i link, li traduce e li diffonde. Diffondiamo il personaggio di Conchita, ma anche il suo messaggio di rispetto. Ora ci seguono quasi 900 persone.

Cosa pensi del suo personaggio?
A novembre sono andata a vederla al Crazy Horse. Le ho mandato un pensiero nel camerino e quello della sicurezza è tornato con due biglietti per la prima fila e un poster autografato. Trovo che sia una gentilezza rara e cristallina.
È un bene che l’abbiano invitata a Sanremo. Ho scritto un po’ a tutti i giornali e perfino a Raffaella Carrà, perché ci mettesse una buona parola. Insieme all’Eurofestival News ho usato su Twitter l’ashtag #ConchitaSanremo2015.
Conchita non è solo una nuova icona gay, è anche una brava artista; non è vero che ha vinto per scelte ideologiche, infatti nel 2012 anche aveva già partecipato all’Eurofestival vestita da drag queen con la barba, ma non aveva vinto.

Cosa vorresti dire a Conchita?
Vorrei dirle grazie, perché rende semplice un concetto che molti fanno fatica a capire. Sembra voler dire come sant’Agostino “ama e fa ciò che vuoi”, lei lo interpreta perfettamente, cioè essere liberi di fare qualsiasi cosa nel rispetto degli altri.
Questo è’ quello che dice Conchita.
Comunque domani sera avrò un striscione con scritto Conchita Wurst: pace, amore e rispetto. Le parole che ha detto quando ha vinto l’Eurofestival.

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