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Il fine vita della laicità

La Camera dei deputati ha votato ieri la legge sul testamento biologico.
Se il testo passerà anche al Senato un’altra legge liberticida ci toglierà il diritto di decidere della nostra vita restringendo ulteriormente quelle libertà civili per cui le associazioni LGBT combattono.
Dichiara Ostilia Mulas a nome di Arcigay-Arcilesbica Genova:
“È stato approvato un altro mostro legislativo per soddisfare la sete di potere della lobby vaticana, una legge contro la democrazia e la Costituzione. Come donna, lesbica e italiana non mi rassegno, sono certa che le associazioni che rappresento continueranno a battersi insieme alla società civile e laica finché il principio di autodeterminazione non prevarrà.

Nell’anno del 150esimo ci viene chiesto spesso di mostrare il nostro orgoglio nazionale.
Voglio dire a chi ci governa che l’orgoglio, nessuno lo sa meglio di noi, si nutre di identità forti e indipendenti, l’asservimento alle volontà vaticane, cioè a uno stato straniero, è incompatibile con l’identità e l’orgoglio nazionale di uno stato indipendente, liberale e laico.
Dalla legge 40 agli attacchi alla 194, dal veto alla pillola del giorno dopo e ai diritti di omosessuali e transessuali fino a questo approvato sul fantasma del corpo di Eluana, abbiamo assistito alla progressiva trasformazione del nostro Paese in uno stato confessionale. Non intendiamo sopportare oltre.
Anche Gay Lib Liguria, attraverso il suo portavoce Mario Moisio, non si risparmia:
“Useremo tutti i mezzi a nostra disposizione, dai referendum alla Corte Costituzionale, per bloccare l’ennesima legge forgiata sui desiderata vaticani invece che sulla volontà popolare. Si tratta dell’ennesima norma, proprio come la legge 40, che non ha eguali nel mondo occidentale e che allontana l’Italia dall’Europa per confinarla nel suo ruolo subalterno di colonia vaticana. Giova ricordare a tale proposito, con buona pace del relativismo tanto invocato come male della nostra epoca, che la stessa chiesa cattolica in Svizzera, per esempio, ha mostrato atteggiamenti affatto differenti in occasione dell’approvazione nella Confederazione della legge sul fine-vita. Una volta ancora si dimostra l’anomalia italiana di sudditanza alla gerarchie vaticane, libere di interferire e di imporre la propria visione antropologica “non negoziabile” come solo strumento di potere. Rivendichiamo con forza il diritto di autodeterminazione di fronte alla morte come diritto umano fondamentale, non invasivo e non dannoso per la società, quale esempio positivo di scelta libera e responsabile. Proprio dalla nostra città, Genova, che noi vogliamo aperta e inclusiva e non sprofondata nel Medioevo, viene un esempio che può dissipare ogni dubbio: il Comune ha offerto alla cittadinanza la possibilità (e non l’obbligo) di depositare il proprio testamento biologico, senza che nessuno possa recriminare alcun diritto leso o dignità violata. Invece, chiamare “testamento biologico” ciò che impone l’accettazione di idratazione e alimentazione forzata è uno sfregio nei confronti della dignità umana e un macigno intollerabile per una democrazia autentica.
Ostilia Mulas
Presidente Arcigay-Arcilesbica Genova
Santo Balastro
Vice Presidente Arcigay Genova
Mario Moisio
Portavoce GayLib Liguria

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