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La natura è transgender

Pesce pagliaccio

“Guarda, un donnuomo!”. Questo uno dei tanti appellativi che vengono dati dai ragazzi ai transgender. Rispetto ad altri questo è anche simpatico (nel senso lato del termine). Sono io il primo dopotutto che per scherzare su me stesso uso termini di uso comune per definirmi omosessuale.
Ma quanto è questo essere transgender contro natura? Quanto l’omosessualità è realmente sbagliata? Chiediamolo agli animali!

Non consideriamo determinate classi: i protozoi neanche hanno un cervello, poveri, figuriamoci degli organi riproduttivi. Il loro più grande piacere è effettuare una scissione per creare due protozoi uguali a quello di partenza (che poi vedendola da un’altra ottica non è affatto una cosa negativa. Io mi clonerei per stare con me stesso, sono una persona talmente deliziosa!)

Superiamo gli invertebrati. Anche loro poco interessanti sotto il punto di vista della struttura fisica. A livello zoologico ci sarebbe da parlare per parecchio tempo, ma diventerebbe poi troppo noioso per un pubblico al quale non interessano determinati argomenti.

Arriviamo a noi. O quantomeno, ai vertebrati. I primi ai quali ci avvicineremo saranno i pesci. Oltre 32.000 specie fanno si che coprano il 50% del totale delle specie dei vertebrati. Mica da ridere quindi. Questi nuotatori cambiano sesso per svariati motivi.

Per alcuni, come il Pesce Pagliaccio (si, proprio Nemo, quel pesciolino tanto carino con una pinna atrofica, più piccola delle altre due) cambiare sesso fa parte del ciclo vitale stesso. La loro società è una gerarchia con a capo una femmina. Quando questa muore il maschio predominante cambia sesso, diventando la nuova femmina a capo.
La Cernia ha uno sviluppo sessuale ancora diverso. In alcune specie crescono di circa un chilo all’anno ed a tre chili, passata l’adolescenza, diventano femmine. A maturità sessuale hanno la possibilità di cambiare poi sesso nel caso non sia presente un maschio all’interno del gruppo. In questo caso la femmina più grande muta, controllando poi un harem di circa quindici femmine (poi ci lamentiamo tanto dei matrimoni poligami!).
Altre specie di cernie sono invece ermafroditi: il maschio più piccolo copre la figura della femmina. Misura minore e testicoli di dimensione minore fanno si che l’organo riproduttivo utilizzato sia quello femminile.

Più si va avanti, più gli organismi diventano complessi, ed è quindi difficile compiere un cambiamento ad opera conclusa. Ma la natura non smette mai di stupirci. E proprio gli anfibi, alcuni rospi il cui nome scientifico eviterò di scrivere, cambiano sesso in base alla temperatura.
Ebbene si, sfatiamo il mito di Jurassic Park dove i dinosauri cambiavano sesso a necessità!
Ma meglio fare un appunto ambientalista. In Italia è vietato dal 1992, ma non nel resto del mondo: parlo dell’atrazina, uno degli erbicidi più utilizzati. Questo causa un cambiamento di sesso delle rane maschio, facendole diventare femmine in grado di riprodursi e di deporre le uova.

Saltiamo i rettili. Troppo evoluti per cambiare sesso, poco evoluti per avere veri e propri atteggiamenti omosessuali o bisessuali. Discriminati come al solito, poveri loro.

Ma arriviamo agli uccelli (meno malizia gente!). Pensate, loro a quanto pare si divertono parecchio!
È stato osservato che il cigno nero Australiano crea coppie di maschi che nidificano, attuano una threesome con una femmina e quando la poveretta depone l’uovo viene cacciata, cosicché il cignetto possa essere cresciuto da un’amorevole coppia di papà.
Pinguini, oche, germani reali, tutti con atteggiamenti omosessuali. Figuriamoci che alcune specie di oche femmine preferiscono proprio il partner femminile al maschile!

Noi. I mammiferi. Questi esseri maggiormente pensanti, coloro che hanno la capacità di creare delle vere e proprie società organizzate a modo.
Non più solo banchi, stormi dove si resta uniti solo per la sopravvivenza. Si inizia a parlare seriamente di cura parentale con sentimenti e preoccupazioni non dovuti solamente al proseguo della specie (logicamente, quello è sempre il pensiero primario).
Ed è proprio in questa Classe che le storie sono maggiormente divertenti!
Il Macaco dal berretto indiano pratica la masturbazione reciproca, concludendo il gioco cibandosi dello sperma del compagno di avventure.
Il Kobo, una grossa antilope africana, usa praticare sesso orale tra femmine o masturbazione della vulva tramite le zampe anteriori. È stata anche osservata la pratica dell’urofilia: mentre una femmina urina, l’altra striscia il naso nel fiotto.
Elevati livelli di testosterone nell’utero materno fanno si che iene ridens di entrambi i sessi montino partner dello stesso sesso che hanno ottenuto meno testosterone dalla madre.
Negli elefanti, sia Africani che Asiatici, sono stati osservati comportamenti omosessuali. In questo caso vere e proprie relazioni che possono durare per anni. Si va dalle coccole (inteso come accarezzarsi con le rispettive zanne, anche infilandosele in bocca) ai baci, per poi passare alla monta. E l’omosessualità è molto importante nelle dinamiche sociali di questi animali. Nella maggior parte dei casi un esemplare più vecchio compie queste pratiche con uno o due più giovani.
Ma come lo capiscono quando avviene una richiesta di monta? Nello stesso modo in cui viene richiesta in una coppia eterosessuale! Il dominante spinge le proprie zanne nella parte posteriore dell’altro maschio, richiedendo la possibilità di montarlo. Una richiesta fatta con gentilezza in fondo!

E si giunge ai primati (dei quali noi facciamo parte, sempre meglio specificare. Darwin docet!).
Nei gorilla, come negli umani e in molte altre specie di primati, è stata riscontrata la pratica omosessuale.
Ma il record lo vincono senza ombra di dubbio i Bonobi! Ebbene si, loro detengono il Guinnes come maggior frequenza di omosessualità nelle specie!
Analizziamo i motivi adesso.
Iniziamo col dire che si tratta di una società matriarcale e il 60% dell’attività sessuale viene praticata tra due o più femmine. Meno praticata è quella tra maschi, ma comunque presente (non sentitevi in disparte maschietti, non sia mai).
Tutto quello che interessa a più di un bonobo contemporaneamente va a finire in una pratica sessuale. Se una scatola di cartone viene gettata nel loro recinto prima si monteranno a vicenda e dopo giocheranno con la scatola!
Ma il sesso viene anche utilizzato per calmare momenti di tensione, focalizzando l’attenzione da un’altra parte (ben lo sappiamo quanto l’attenzione al resto del mondo viene meno in quei momenti!).
E le tensioni non avvengono a causa del cibo la maggior parte delle volte. Un maschio geloso può rubarne un altro da una femmina per poi praticare uno sfregamento tra scroti. Oppure nel caso una femmina malmeni un piccolo, la madre potrebbe lanciarsi addosso all’aggressore, azione seguita subito da uno sfregamento dei genitali dei due adulti.

È quindi forse il caso di dire che non c’è nulla di più naturale dell’omosessualità, benché i “ben pensanti” siano di altro avviso. Ma dovrebbero forse interessarsi maggiormente prima di parlare. Come al solito del resto.

Stefano Tubolino

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