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Proiezione pubblica del video “Disgusto o umanità?”

In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia (17 maggio) sarà proiettato il 18 maggio 2012 alle 17:45 nel Munizioniere di Palazzo Ducale il video Disgusto o umanità? realizzato da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. Seguirà un pubblico dibattito.

Introduce:
Lilia Mulas

Intervengono:
Francesco Bilotta
Vittorio Lingiardi
Nicla Vassallo

 

Intervento di Lilia Mulas

Penso che ogni buona introduzione ad una iniziativa pubblica dovrebbe rispondere alla domanda: perché siamo qui?
Siamo qui per presentare un libro, un’opera complessa, preziosa e innovativa, che ci porterà ad esplorare i territori antichi e profondi delle emozioni? Siamo qui ad imparare nuovi metodi di opposizione all’omofobia e alla transfobia? Si, ma non solo.
Martha Nussbaum afferma che il nostro mondo, almeno il mondo occidentale, sta lottando per affermare una politica dell’umanità e annullare la politica ispirata al disgusto che ci ha condotti fin qui, tra gerarchie e stigmi fondati su idee irrazionali e dannose, causa di altissimi costi umani.
L’approccio di Nussbaum è molto concreto: andare a fondo della questione omofobia/transfobia confrontandosi con le emozioni sottostanti l’avversione, partendo da un humus molto più profondo e irrazionale per forgiare, attraverso una disamina logica e razionale, nuove armi per affrontare il problema.
Noi siamo qui oggi per necessità, questa è la risposta più adeguata e realistica.
Mentre Obama ha appena dichiarato di essere favorevole al matrimonio per gay e lesbiche, l’Agesci ha da poco licenziato un documento che afferma che gli omosessuali non possono fare i capi scout e che dall’omosessualità si può guarire, in linea con la nuova offensiva che terapeuti riparativi, chiese fondamentaliste e destre conservatrici stanno portando avanti proprio a partire dagli Stati Uniti.
Nel nostro Paese così poco avvezzo ad essere laico e autenticamente democratico, afflitto dal degrado culturale, dal dominio mediatico e ora da una gravissima situazione economica, non è impossibile che rabbia e frustazioni trovino un fin troppo facile sbocco nell’odio del diverso. Purtroppo le aggressioni, siano esse verbali o fisiche, sono in aumento e molte non vengono denunciate, non vi sono leggi di tutela, non c’è da parte di questo governo un’intenzione dichiarata a favore del matrimonio o delle unioni civili.
Iniziative come questa, che favoriscono la conoscenza, che poi è alla base della politica dell’umanità, sono importanti solo se producono un cambiamento, anche piccolo, nelle persone che vi assistono: andarsene con qualcosa che non si aveva quando si è arrivati, cambiare noi se vogliamo cambiare il mondo.
Lo scopo dell’opera di Nussbaum non è soltanto dimostrare che il disgusto ha formato gran parte delle politiche e degli assetti giuridici grazie ai quali le esistenze di molte persone omosessuali sono state violentemente interrotte o segregate o ridotte all’invisibilità e regalate all’insignificanza e all’oblio.
C’è molto di più in questo libro che, per quanto accademico e scientifico, è per la mia sensibilità un’opera militante per la sua proposta chiara di una politica nuova e liberata, da opporre alla vecchia cultura oppressiva.
È la sua visione degli elementi fondativi della politica dell’umanità a renderlo tale.
L’immaginazione su tutto, insieme al rispetto, alla simpatia e a una visione in cui i diritti dei singoli restano la chiave di volta dell’intero sistema dei diritti, costituiscono l’ossatura di una politica in grado di riportare al centro la persona con il suo corpo, i suoi affanni e la sua vulnerabilità, progetti esistenziali, esigenze.
La grande lezione di Nussbaum è che il disgusto è innanzitutto mancanza di accettazione e comprensione per sé stessi, per la propria umanità, i limiti e le debolezze che tutti noi condividiamo, la nostra basilare animalità: così soltanto l’immaginazione, il saperci mettere nei panni degli altri, per quanto scomodi ci possano sembrare, può metterci in salvo non solo dall’omofobia, ma dalle molteplici forme di oppressione e controllo che la politica del disgusto produce da sempre.
Come afferma Stuart Milk, il nipote di Harvey Milk, primo gay ad entrare nelle istituzioni americane e per questo assassinato insieme al sindaco che appoggiò la sua candidatura, tante minoranze fanno una maggioranza: se saremo capaci di affrontare il disgusto in noi, non importa a quale gruppo sia rivolto, e smettere di utilizzarlo in senso proiettivo per avere comodi capri espiatori e false protezioni, avremo fatto davvero un grande lavoro, non soltanto per essere liberi, ma soprattutto per essere felici.

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