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Arcigay Genova e le Istituzioni

Molto è stato scritto dopo l’inaugurazione della nuova sede di Arcigay Genova e dopo la presenza del Sindaco alla presentazione dei lavori e degli spazi che ospiteranno i servizi dell’associazione.
Ad essere onesti molto è stato scritto addirittura prima della festa di inaugurazione, prima di ascoltare gli interventi, prima di incontrare le persone ospiti e prima che rappresentanti di Arcigay, genovesi e nazionali, Comune e Municipi tenessero i loro interventi alla manifestazione.

Una cosa desideriamo chiarire subito e in modo netto: Arcigay Genova, così come tutta la rete Arcigay, non svolge alcuna attività partitica. Non sosteniamo né partiti, né politici e non cerchiamo carriere politiche. Lasciamo le lotte di partito ad altre persone ed altre associazioni.

Durante un evento che promuove sul territorio servizi di tutela alla persona e di risposta ai bisogni della comunità LGBTI+, l’importanza della presenza delle Istituzioni e delle persone che le rappresentano si lega alla necessità di potersi interfacciare direttamente con chi conosce, raccoglie e presenta alla loro attenzione queste istanze.

Non riuscire a distinguere questa presenza istituzionale dalle personalizzazioni partitiche e politiche è avere uno sguardo miope e limitato sulla vita socio culturale in cui siamo tutte e tutti immersə.
Gli ordinamenti istituzionali di ogni livello prevedono procedure e prassi che permettono di sviluppare progetti, azioni e interventi efficaci sul territorio. Questi interventi vengono realizzati proprio lì dove anche le istituzioni operano e tra le persone che dalle istituzioni vengono rappresentate. Voler promuovere l’attività sul territorio senza entrare in relazione con le istituzioni è un tentativo infruttuoso che crea scontro e antipolitica in modo sterile e inefficace.

Prima ancora del dialogo su tematiche specifiche, è importante che rappresentanti istituzionali conoscano le persone che si spendono e che lavorano all’accoglienza della comunità LGBTI+, che osservino quanta quotidianità e quanta concretezza affrontiamo, come persone e come associazione, all’interno di ogni sportello di accoglienza, all’interno di ogni servizio. Senza questo spazio e tempo di conoscenza non è possibile un dialogo, ma solo uno scontro fatto di pregiudizi e preconcetti, ideali e posizioni granitiche che non si mettono a confronto.

Questo vuol dire che come persone e come associazione ignoriamo, per esempio, che le persone e coloro che fanno politica porteranno l’acqua al proprio mulino in un periodo di campagna elettorale? Che faranno buon viso a cattivo gioco usando parole vuote senza un concreto riscontro nell’azione politica e istituzionale messa in atto ogni giorno?
È sciocco pensarci persone così ingenue.

Ogni persona che ha partecipato alla festa di inaugurazione ha ben visto come prima del taglio del nastro, rappresentanti di Arcigay, Arcigay Genova e del Comune e dei Municipi hanno potuto confrontarsi su temi attuali e vivi, su istanze importanti della comunità LGBTI+. Gli stessi sproni di cambiamento e richieste di attenzione sono state poste durante gli interventi di ogni rappresentante. Chi commenta così criticamente e duramente l’evento si è messo in ascolto di questi interventi, ha chiesto alle parti come è andato il confronto?

Vorremmo ricordare che nella pluralità delle partecipazioni all’evento abbiamo accolto persone e associazioni che operano per la promozione dei diritti, di spazi di confronto, di accoglienza delle diversità e delle persone straniere, di promozione della salute e tanto altro.
Tra le persone presenti anche Assessori con deleghe alle Pari Opportunità, alla Scuola e alla Cultura. È anche attraverso di loro che progetti di valore riescono a inserirsi nel tessuto sociale e culturale della nostra città, superando le resistenze delle singole persone, superando anche le resistenze di parti politiche con visioni opposte, che non possono negare percorsi dai contenuti significativi e specifici, sostenuti da chi li promuove a livello istituzionale

È proprio con il Sindaco che ci siamo potutə confrontare permettendo la conoscenza diretta e il dibattito anche con Luciano Lopopolo, Presidente nazionale di Arcigay e col Segretario generale Gabriele Piazzoni.
Un dibattito che vede inevitabilmente posizioni differenti e contrastanti, ma nel quale non è mancato l’ascolto e il tentativo di comprensione da parte delle istituzioni.

Tutto questo rende queste istituzioni improvvisamente sostenitrici delle battaglie LGBTI+?
Certamente no, ma tutto questo permette a rappresentanti istituzionali una condivisione diretta di questi temi, smontando, come possibile, pregiudizi e stereotipi sulla comunità LGBTI+ che prima era solo un’idea e ora diventa persone, attiviste e attivisti, volontarie e volontari, è rilevare difficoltà nell’accesso ai servizi, problematiche legali di ogni livello, discriminazioni sul luogo di lavoro e nei percorsi scolastici, è rilevare microaggressioni, minority stress, è scoprire la realtà delle persone transgender, le istanze delle famiglie arcobaleno.

Se non vediamo l’importanza di un contatto diretto con le istituzioni, sia durante eventi di questa rilevanza, sia durante un percorso che si svolge ogni giorno, manchiamo di una parte essenziale dello sviluppo sociale, politico, culturale del nostro territorio e della nostra città.

Arcigay ha sempre vissuto le piazze, l’incontro con le persone, le manifestazioni, le grida di riscatto e la pretesa dei diritti, e a fianco ad esse lavora perché su ogni livello istituzionale si impongano leggi, tutele, buone politiche che facciano progredire l’inclusione e il riconoscimento dovuto alla comunità LGBTI+.

Il Presidente Federico Orecchia e il Consiglio Direttivo

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