fbpx

Camera single: tre domande a Chiara Sfregola

camera single chiara sfregola

Sabato 22 ottobre 2016, alle ore 18:00 presso i Giardini Luzzati (Genova), Chiara Sfregola presenta il libro “Camera single”, tratto dall’omonima rubrica pubblicata su Lezpop. Introduce Giulia Destefanis, giornalista di Repubblica. A seguire, la musica di Love what U love – Opening party.

L’evento è il primo incontro della rassegna Storie di vita omosessuale a cura di Arcigay Genova.

Se sei lesbica e hai meno di 30 anni, Lezpop non ha certo bisogno di presentazioni. Se hai più di 30 anni idem, e in più ti mordi le mani perché se ci fosse stato un Lezpop quando ero adolescente, chissà, mi sarei sentita meno sola.

Chiara Sfregola è parte della squadra Lezpop già da qualche anno, prima con la rubrica Due camere e una cucina e poi con Camera single, «che sta a L Word come Girls sta a Sex and the City». Una rubrica che è diventata un libro, grazie al sostegno della casa editrice Fanucci. Scopriamo insieme di che si tratta!

Prima domanda: ci racconti qualcosa di Camera single?
Ho iniziato Camera single nel settembre 2014, sulle ceneri della rubrica precedente Due camere e una cucina. Ho voluto creare un racconto corale che attraversasse vari momenti della vita delle donne, allargando il campo ai campo ai temi più diversi: l’amicizia, la sessualità, la maternità e così via. Da subito ho pensato di impostarla come una vera e propria serie, con personaggi ricorrenti e delle linee orizzontali, in senso narrativo, ovvero storie che proseguono da un episodio all’altro.

La rubrica su Lezpop è durata un anno e mezzo e dopo aver scritto l’ultimo post sentivo che per me l’esperienza di Camera single era finita lì, tanto che mi stavo già dedicando a un nuovo progetto di scrittura. Poi, per motivi di lavoro, sono entrata in contatto con la casa editrice, tra una chiacchiera e l’altra mi hanno proposto di scrivere il romanzo di Camera single … entro due mesi! Da un lato è stata una bella sfida, riprendere in mano la rubrica e “trasformarla” in così poco tempo, ma al tempo stesso non aspettavo altro, aspettavo qualcuno che avesse fiducia in me e in questo progetto.

Seconda domanda: nella Puntata 0 di Camera Single fai dire alla protagonista «Compio 27 anni, l’età in cui numerose rockstar sono morte lasciando in eredità al mondo album memorabili, mentre io sono ancora qui che nel cassetto non ho nemmeno non dico un romanzo, ma una raccolta di racconti buoni per diventare il manifesto della generazione Millennial». Il romanzo invece poi è arrivato… ti aspettavi di tagliare questo traguardo, quando hai iniziato la rubrica?
Sinceramente no. Io ho cominciato a scriverla, fondamentalmente, perché in quel periodo stavo male e non volevo più stare male. Mi ero lasciata da poco, e la risposta che ho voluto dare a quel periodo buio è stata provare a riderci su. Usare gli strumenti che ho a disposizione, le parole e l’ironia, per non vedere più quel buio.

Scrivere è stata la mia “fisioterapia del cuore”.

È un’espressione che ho elaborato nel corso della rubrica e spiegato poi nell’ultimo post: per me la fisioterapia del cuore è stata scrivere, mentre per Linda, la protagonista di Camera single, è stata uscire, conoscere gente e così via.

Terza domanda: chi scrive per “fisioterapia del cuore” lo fa solitamente nel proprio diario, che tiene per sé. Tu invece hai vissuto la scrittura come un’esperienza condivisa, l’hai resa accessibile a chiunque. Che impatto ha avuto nel tuo percorso personale?
È stato molto formativo, per me scrivere “per altri” non è esibizionismo ma è un mettermi alla prova quasi masochistico. In tanti desideriamo scrivere, o pensiamo di poterlo fare meglio degli altri, invece io volevo capire se quello che scrivevo poteva non solo interessare a qualcuno, ma servire a qualcuno. La rubrica precedente mi aveva portato un feedback simile, ho ricevuto molte lettere di ragazze che mi dicevano di sentirsi meno sole, leggendomi. Attraverso la scrittura si può essere utili a qualcuno non solo perché li si fa ridere, ma perché con un blog si riesce ad arrivare persino al paesino sperduto, dove vive la ragazzina che nemmeno sa che esistano le lesbiche, che non ne conosce nessuna, ma che sta vivendo qualcosa che non riesce a spiegarsi e che la fa sentire sola, strana, come un’aliena atterrata su questo pianeta.

La bellezza della scrittura su Internet è che è gratis e arriva ovunque.

Inoltre è “privata”, nel senso che puoi leggere da cellulare e nessuno vede cosa stai facendo, non hai un libro in mano di cui chiunque può vedere la copertina, di cui potresti vergognarti se non sei ancora dichiarata. È la ragione per cui nella copertina di Camera single non ho voluto che mettessero immagini di due ragazze che si baciano, o simili: voglio che la ragazzina che non ha ancora fatto coming out, che è al centro commerciale con la mamma e mette il libro nel carrello della spesa, si possa sentire tranquilla.

Scopri su Lezpop tutte le puntate della rubrica!

× Scrivici qui