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Don Andrea Gallo, testimone di civiltà e democrazia

Apprendiamo con grande tristezza che uno dei testimoni di civiltà e democrazia più cari al nostro cuore è oggi deceduto, nonostante i tanti auguri e tutto l’amore di cui era circondato.
Don Andrea Gallo è mancato al nostro affetto e al nostro bisogno di credere che il mondo potesse essere quello che vedevano i suoi occhi. Da lui ci arrivavano sempre indicazioni preziose, piene di calore per i meno fortunati e i perseguitati dal perbenismo sociale con cui “il Gallo” andava d’accordo come Cristo con i Farisei e cariche di storia.

Dialogare con lui significava confrontarsi con la storia del Paese, con i suoi valori originali, quelli partigiani, dei quali il nostro prete di strada si onorava di aver fatto parte.
Don Gallo non ha mai dimenticato la lotta per sconfiggere il male che si svolse lassù in montagna e ha portato questa amore per la lotta e la conoscenza di quel male terribile a Genova, nei vicoli della città vecchia, compagno ideale di un altro grande amore che ci ha lasciato, Fabrizio De Andrè.
Ma lui, Andrea, era come se da quelle montagne non fosse mai sceso e guardasse da là il futuro.
Forse per questo motivo, prete di una Chiesa tanto arretrata sui problemi umani aperti dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, sapeva rispondere come il Vaticano non ha mai saputo né sa fare tuttora.
Don Gallo mai ci ha condannati o stigmatizzati. Ha riconosciuto omosessuali e transgender come testimoni d’amore, un amore che ha tante forme quante ne poteva pensare Dio: dal suo punto di vista, infinite.
Oggi abbiamo il registro delle Unioni Civili anche a Genova. Don Gallo sarebbe stato davvero felice, ci teneva quanto noi. Non festeggeremo con lui, ma gli possiamo dedicare questa vittoria di tutto cuore.
L’ultima volta che ci siamo visti giocava con i fiammifferi: li accendeva, ammirava la fiamma, li spegneva, ma proprio all’ultimo momento. Colse il mio sguardo un po’ allarmato e disse “Amo talmente il fuoco!”.
Capisco ora che mi stava mostrando il suo cuore.
Come per Fabrizio non lasceremo che se ne vada davvero.

Lilia Mulas, per associazione Approdo Comitato territoriale Arcigay Genova

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