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Risposte dei candidati sindaci

Si è tenuta la conferenza stampa di presentazione delle risposte dei candidati sindaci al questionario inviato da Arcigay e Arcilesbica Genova con i quesiti sulle politiche e le proposte da attuarsi sotto la prossima amministrazione per accrescere l’inclusione e la tutela delle persone LGBT.
Sono cinque i candidati che hanno risposto al questionario: Marco Doria, Enrico Musso, Armando Siri, Giuseppe Viscardi e Simohamed Kaabour.

Il questionario era stato mandato a tutti i candidate e candidate, non possiamo perciò non notare come vi sia da parte di alcune forze politiche una totale non considerazione dei diritti civili e delle tematiche LGBT.
Se non ci meravigliano e appaiono coerenti con le posizioni fino ad oggi assunte le mancate risposte dei candidati Rixi e Vinai siamo costretti a prendere atto della mancata interlocuzione con il candidato del Movimento 5 Stelle, Paolo Putti, che pare in linea con le esternazioni omofobe del comico Beppe Grillo.
Particolarmente positive in senso generale le risposte di Marco Doria e Simohamed Kaabour che ci sono parsi anche i meglio informati (soprattutto il primo) e i più affini al nostro sentire in materia di diritti e cittadinanza e toponomastica inclusiva.
Netta la chiusura da parte del candidato Giuseppe Viscardi, a suo dire causata dalla sua provenienza cattolica.
Quanto al candidato Siri, pur apprezzando le positive e interessanti aperture, non possiamo non dichiarare la nostra estraneità verso programmi politici in contrapposizione con i valori costituzionali nei quali fermamente crediamo.
Rimaniamo invece perplessi sulle posizioni espresse dal candidato Enrico Musso circa il registro delle unioni civili (verso il quale cinque anni fa si era detto completamente favorevole) e la mancata sull’attestato anagrafico che pure avevamo proposto congiuntamente.

Leggi le domande fatte ai candidati
Convocazione conferenza stampa

Risposte di Marco Doria

Cittadinanza e diritti
1) Sì, ritengo utile l’istituzione del Registro delle Unioni Civili purché sia accompagnata dalla previsione di una certificazione anagrafica rilasciata dall’Ufficiale di Stato Civile, qual è quella prevista dal DPR 223/89.
Un simile provvedimento inoltre, costituirebbe da un punto di vista essenzialmente politico un passo avanti verso l’affermazione dei diritti della persona nonché un significativo segnale politico e culturale a beneficio di tutta la cittadinanza.
2) Assolutamente sì. La Rete Re.a.dy costituisce un ottimo esempio di implementazione di buone pratiche in difesa delle minoranze nella pubblica amministrazione.
Credo che, a questo riguardo, l’esperienza del Comune di Torino, che vi ha aderito da alcuni anni, istituendo nell’ambito dell’Assessorato alle Pari Opportunità uno specifico servizio volto all’inclusione sociale e alla tutela dalle discriminazioni delle persone LGBT, sia un esempio positivo di cui tenere conto anche a Genova.
3) Certamente, vanno presi in seria considerazione i progetti di “toponomastica inclusiva” per molte ragioni.
Anzitutto ricordando in modo forte, nel quotidiano, il messaggio e il pensiero di figure il di primo piano della cultura e della politica.
Personaggi come Pier Paolo Pasolini o David Kato, attivista per i diritti civili assassinato in Uganda, non dovrebbero mancare nella memoria della nostra città, che ha una forte tradizione di lotta per la libertà e l’uguaglianza.

Cittadinanza e politiche del lavoro
Sono a conoscenza della Direttiva e delle sentenze europee citate nella domanda e ne condivido i principi.
Credo che anche per le persone transessuali e transgender valga quanto già detto a proposito delle politiche attive di inclusione e tutela dalle discriminazioni.
Penso che un “protocollo di comportamento”da adottarsi nelle società controllate da Comune potrebbe essere un utile strumento in tal senso.

Cittadinanza e cultura
A questo proposito ritengo preferibile dare una risposta complessiva.
L’incontro tra le differenze costituisce un’occasione di arricchimento per la città e un mezzo per contrastare le discriminazioni e d ogni forma di razzismo. In questo senso è utile favorire gli scambi interculturali a ogni livello, coinvolgendo le associazioni e con tutti gli strumenti che il Comune ha a disposizione.
L’azione dei Municipi sul territorio di riferimento può in questo senso rivestire importanza peculiare e supporto essenziale.

Promozione turistica rivolta a target LGBT
Credo che il turismo sia una delle principali risorse economiche su cui Genova deve puntare.
Il turismo LGBT non fa eccezione e va favorito e incrementato anche mediante un’ azione concertata tra operatori turistici ed esercenti genovese con il Comune.
Su questa base sarebbe possibile pensare all’attuazione di campagne di promozione turistica dedicate al target LGBT.

Risposte di Simohamed Kaabour

Cittadinanza e diritti
1) L’istituzione per il comune di Genova dell’anagrafe delle unioni civili è uno dei punti trattati nei nostri incontri programmatici. Rappresenterebbe un grosso punto di crescita in fatto di civiltà riconoscere a coppie di fatto composte da persone dello stesso sesso, il diritto di scegliersi la propria libera idea di famiglia, con il godimento degli stessi diritti goduti dalle famiglie eterosessuali. Potrebbe diventare un’integrazione delle nostre proposte, in linea con le nostre idee.
2) Tali figure ricordano molto da vicino quelle dei mediatori culturali per cittadini stranieri, figure a noi F&F molto familiari. Sicuramente riteniamo che sia utile ogni scelta atta ad eliminare ogni pregiudizio e tabù che nella nostra quotidianità generano discriminazioni.
3) Manca a Genova una via o una piazza intitolata alla memoria di Pasolini. In effetti sarebbe doveroso. Così come saremmo favorevoli a dedicare delle strade o piazze (magari creando una cittadella dei diritti umani chiamata Articolo3), dedicandole a personaggi conosciuti, o anche a persone comuni, che hanno vissuto fieri delle loro differenze e avendo, per questo, dovuto combattere e soffrire.

Cittadinanza e politiche del lavoro
A) Purtroppo per questo argomento bisogna tenere conto dell’aspetto culturale piuttosto che di quello esclusivamente normativo. Sta nel quotidiano l’obiettivo in questo caso. Finchè non sarà “normale” incontrare un’impiegata transgender o un vigile urbano nero o asiatico, ci sarà bisogno di leggi per l’integrazione “forzosa”. In quest’ottica sono punti forti del nostro programma le politiche sociali giovanili, viste come unico possibile processo culturale per abbattere le discriminazioni.

1) Condividiamo pienamente i principi da voi esposti. Ribadiamo che è necessaria un’evoluzione culturale dell’approccio che si ha con “l’altro/a”, qualsivoglia essa la particolarità di cui è portatore. La società deve essere accompagnata in una presa di coscienza delle reali trasformazioni del mondo, dell’individuo e delle società dove ogni persona deve essere acettata quale parte integrante di una collettività eterogenea nelle sue forme e colori. L’educazione e l’informazione sono certamente strumenti a disposizione della comunità per rimuovere gli ostacoli di ordine sociale e culturale che certamente influirebbero anche nella limitazione degli ostacoli economici concedendo maggiore opportunità nel mettere le proprie capacità e competenze a disposizione del mercato del lavoro.
2) Si, un po’ di cultura e civiltà sono necessari per l’accettazione delle diversità, anche nella forma. E’ possibile e necessario creare politiche che agevolino tutte le persone esposte al rischio di marginalità sociale. partendo dal diritto al lavoro e al rispetto.

Cittadinanza e cultura
1) Non abbiamo mai preso in considerazione una collocazione particolare, perché riteniamo tutti gli spazi di aggregazione sociale e cittadini utili a diffondere conoscenza su qualsiasi tipo di argomento, ma siamo pronti a promuovere tutte le forme di conoscenza e confronto finalizzate a migliorare la comunicazione sociale.
2) Si, certamente. I progetti culturali da sviluppare sul territorio genovese devono essere finalizzati ad approfondire tutte le forme di discriminazione per favorirne il contrasto. Rispetto alla solita gestione dell'”emergenza”, i Fratelli e Fratellastri propongono un percorso di prevenzione e informazione che abbia effeti duraturi nel tempo.
3) Tutte le tematiche comunicative dovrebbero avere spazi culturali messi a disposizione dal Comune, soprattutto dando voce a chi per mancanza di strumenti e mezzi o per ostacoli culturali/discriminatori, non ha visibilità o credito. Fratellie e Fratellastri è appunto una denucia delle differenti condizioni e trattament che esistono nella nostra società, e certamente tutti gli spazi ed eventi culturali dovrebbero mirare a ridurre il divario tra appunto fratelli e fratellastri di un’Italia che stenta a riconoscere la propria evoluzione culturale.

Promozione turistica rivolta a target Lgbt.
1) Genova ha dato dimostrazione di essere una città gayfriendly in occasione del Pride ed in molte altre occasioni, pur rimanendo un po’ diffidente ai cambiamenti. Nulla in contrario ad accordi specifici con Camera di Commercio, anche se nei nostri principi è forte la tendenza ad evitare situazioni stereotipate o ghettizzanti. Abbiamo sentito troppo spesso dire che i pizzaioli sono egiziani o che gli equatoriani-marocchinirumeni sono sempre ubriachi-spacciatori-ladri per cercare di promuovere Genova come città meta del turismo LGBT, senza per questo lavorare e sperare che la nostra città diventi sempre più gay friendly per un vero sviluppo culturale.
2) Ci impegneremo a studiare gli esempi delle altre città per rispondere a questa esigenza da Voi espressa, ribadendo che l’informazione delle “vecchie” generazioni e l’educazione delle “nuove” generazioni sono strumenti utili per combattere l’omofobia così come ogni altro forma di discriminazione.

Risposte di Enrico Musso

Cittadinanza e diritti
1) Sono favorevole a riconoscere alla coppia di fatto, a prescindere dal genere, alcuni diritti che oggi non ha, o che non sono ben chiari. Ma per questo serve una legge che stabilisca diritti e doveri (Alfredo Biondi propose qualche anno fa un “contratto di unione solidale”, che forse oggi si può riproporre con il nuovo governo), senza la quale un registro comunale serve forse a catturare voti, ma non ha alcun valore giuridico e produce magari costi inutili. E’ certo una questione fondamentale di civiltà e di diritti, ma questa materia non può e non deve essere risolta con un semplice registro comunale.
2) Mi fa piacere che la Pubblica Amministrazione italiana abbia iniziato ad affrontare questo tema, è un segnale di cultura e modernità. Non conosco in dettaglio la rete RE.A.DY, ma mi impegno ad approfondirne la conoscenza per valutare l’adesione del Comune di Genova. Ribadisco ancora una volta di essere assolutamente contro ogni forma di discriminazione e di strumentalizzazione
3) Non distinguo la toponomastica per categorie. Personaggi noti, che sono dei riferimenti per la collettività, possono entrare nella topomastica GBLT. Non credo nessuno obietterebbe ad intitolare una strada a Lucio Dalla.

Cittadinanza e politiche del lavoro
1) Il mio obiettivo è di creare in Comune e nelle aziende controllare un ambiente di lavoro aperto che stimoli il coinvolgimento e liberi tutte le energie disponibili, favorendo la piena espressione di ogni potenzialità. Vigilerò che questa decisione sia applicata operando per la rimozione di politiche e comportamenti che la ostacolino.
2) Credo che un Codice etico-comportamentale che sancisca la scelta di evitare qualsiasi forma di discriminazione, che aiuti a cogliere quei comportamenti che magari senza volere feriscono e penalizzano, possa essere un aiuto nella crescita civile di una organizzazione, e mi impegnerò a promuoverne realizzazione, diffusione ed utilizzo.

Cittadinanza e cultura
1) Ritengo giusto che le biblioteche presidino ogni forma di cultura, senza esclusione per la cultura GBLT. Non posso immaginare una biblioteca che non abbia libri di Oscar Wilde o che ne censuri la storia della sua vita.
2) Come già detto, sono contro ogni forma di discriminazione e sono per politiche attive di contrasto alle discriminazioni.
3) Una grande città come Genova deve avere una programmazione culturale che tocchi tutti gli interessi, senza preclusioni a priori.

Promozione turistica rivolta al target LGBT
1) Ribadisco di essere contro ogni forma di omofobia, o discriminazione di qualunque genere, da parte della pubblica amministrazione e da parte degli operatori turistico/commerciali. E’ una questione sia di civiltà sia di sviluppo del turismo. Circa il piano delle iniziative, credo che queste potranno venire fuori solo da un confronto, che auspico e cercherò di promuovere, tra le categorie del turismo e le associazioni LGBT.

Risposte di Armando Siri

Cittadinanza e diritti
1) Ritengo utile istituire un Registro delle Unioni Civili unitamente all’attestazione anagrafica, al fine di garantire un migliore godimento dei diritti di cittadinanza alle coppie dello stesso sesso.
2) Ritengo altresì utile aderire agli impegni della RETE RE.A.DY al fine di agevolare l’inclusione sociale delle persone LGBT e promuovere atti e provvedimenti amministrativi che tutelino tali soggetti da eventuali discriminazioni.
3) Dedicare dei luoghi della città a figure significative della cultura LGBT è un progetto di cui si può senz’altro parlare, individuando con esattezza quali siano questi luoghi, queste figure e che cosa li contraddistingue.

Cittadinanza e politiche del lavoro
1) La Costituzione, così come questo Sistema di regole e multilivelli di potere in cui viviamo è falso e ipocrita. Occorre piuttosto avere il coraggio di affermare un principio completamente opposto a quello dell’art. 3 della nostra attuale Costituzione. NON è vero che siamo tutti uguali, ma siamo invece tutti diversi (basta d’altronde guardarci attorno) e lo Stato, al posto di fingere di voler tutelare un’uguaglianza che di fatto non può esistere, dovrebbe tutelare la diversità come valore fondamentale. Solo sentendosi ciascuno diverso dall’altro è possibile sviluppare un proprio talento o una propria caratteristica squisitamente personale che esca fuori dal coro di appiattimento socio-culturale in cui viviamo. Il fatto poi di voler garantire una libertà, mortifica il concetto stesso del termine perchè significa affermare la sua inesistenza. Essere libero è una condizione che prescinde da qualunque garanzia di libertà. Dunque ritengo che trans, gay, lesbica, eterosessuale che sia, ciascuno è un “mondo” da valorizzare senza inserirlo per forza in una categoria entro la quale l’Io diventa un “noi” contro un altro “noi”, perdendo così la sua identità.
2) Ritengo utile adottare un protocollo di comportamento nelle società controllate dal Comune. Occorre poi domandarsi sensatamente quali siano le persone esposte a “rischio di esclusione sociale”. Di nuovo, se la diversità fosse un principio fondamentale, non ci sarebbe neppure il bisogno di agevolare una politica volta a tutelare il lavoro per tali persone. Per ciascuno il lavoro può essere garantito solo dalla volontà di realizzare un proprio desiderio: chi non è più in grado di desiderare il meglio per sè sarà allora soggetto a discriminazioni da parte di un sistema che non ammette alcuna diversità.
Sul tema del lavoro una grande opportunità sarà data dall’avvio di grandi opere, quali la Gronda, il Terzo Valico, il Termovalorizzatore, le pale eoliche sulla diga foranea… e come Sindaco garantisco il mio impegno con le società che si occuperanno della loro realizzazione a stabilire quanti genovesi saranno assunti nei vari settori di impiego, tenendo conto delle diverse caratteristiche e specializzazioni.

Cittadinanza e cultura
1) Le biblioteche sono da sempre presidi culturali sul territorio e luoghi per occasioni di confronto. La mia sfida personale sarà quella ancora più grande di “sdoganare” la cultura e di portarla in piazza, rendendola fruibile da chiunque, senza che sia necessariamente elitaria o di nicchia. L’arte, la musica, le celebrazioni, mostre di tutti i tipi saranno un motivo in più per i turisti e i genovesi di scoprire e visitare la città, oltre all’acquario.
2) Non solo sarei favorevole a sviluppare e approfondire il tema delle “discriminazioni multiple”, ma anche a superarle con successo in un’ottica di realizzazione di una società evoluta che abbia il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo e dare vita finalmente ad una realtà diversa da quella che siamo abituati a conoscere e di cui sappiamo solamente lamentarci.
3) Certamente ritengo importante includere le tematiche LGBT nella programmazione culturale della città.

Promozione turistica rivolta a target Lgbt
1) Il Comune può sì agevolare un protocollo d’intesa, ma dipende da quali standard si parla.
2) Per quanto riguarda le offerte turistiche, da Sindaco sono favorevole alla concessione di licenze a locali “gay-friendly” e a sostenere eventi, iniziative e luoghi di aggregazione della comunità LGBT.

Risposte di Giuseppe Viscardi

Cittadinanza e diritti.
1) Su questo punto la mia posizione è netta: no.
2) Penso possa essere un utile strumento di confronto, ma in questa fase non conoscendo a fondo il tema preferisco non prendere impegni diretti.
3) Sulla toponomastica penso, semplicemente, che chiunque abbia (diciamo così) maturato il diritto non debba vedersi precludere la possibilità che gli venga intitolata una via, una piazza, uno spazio pubblico, in base a considerazioni che non siano quelle relative alla sua importanza. Ricordo che cera addirittura chi non voleva che si dedicasse una via a Paolo Mantovani, solo perché di diversa sponda calcistica, aggrappandosi ad assurde motivazioni pseudo giudiziarie?

Cittadinanza e politiche del lavoro.
1) Sono molto sincero: non mi sono ancora fatto un’idea precisa su questo tema. Certo è che qualora dovessimo trovare discriminazioni che per legge e Costituzione configurino violazioni normative interverremmo duramente ma con il massimo senso di giustizia.
2) Un protocollo di comportamento esiste già in molte aziende private, ad esempio quella in cui lavoro io. Sebbene poco conosciuto e ritenuto soprattutto una sorta di obbligo, penso che la sua adozione possa essere un buon passo in avanti verso politiche inclusive in ogni direzione.

Cittadinanza e cultura.
1) Non credo che esista un luogo giusto per la diffusione della cultura, di tutta la cultura. Credo che la cultura sia un fatto di sensibilità, e che Genova possa diventare una città culturalmente aperta se saprà valorizzare anzitutto le sue ricchezze in modo identitario, promuovendo il suo molto prima che importando l’altrui.
2) Penso possa valere quanto sopra. Non amo, in generale, approcci contro: credo che finiscano per radicare una cultura della contrapposizione.
3) Penso che la programmazione culturale debba tenere anzitutto presenti i temi della cultura, dellarte e del turismo, in base ad una precisa progettualità.

Promozione turistica.
1) Non mi pare si tratti di una competenza comunale, che ritengo abbia oggi altre gravi preoccupazioni.
2) Poiché il turismo è un argomento centrale nel nostro programma (www.gentecomune.net), qualsiasi ostacolo al suo corretto sviluppo è da ritenersi un ostacolo allo sviluppo della città, e anche senza attenzioni specifiche è nostra intenzione applicare la legge ogni qualvolta venga violata, sia per motivi di vivibilità della nostra città, sia per la grande attenzione che poniamo al tema della legalità.

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